Santi insieme per mostrare la via verso Dio!

«Questo convegno è stato una bella sorpresa. Non mi aspettavo così tanto!»; «Una meraviglia!»; «Mi sento confermata e rafforzata nel cammino che il Signore mi sta facendo vivere all’interno della Famiglia ignaziana»; «Ho conosciuto una storia che mi fa contemplare un cammino di santità ordinaria che passa attraverso i sentieri della comunicazione, della comunione, dell’ascolto e dello stare insieme non attraverso case o strutture, ma nella cura di legami spirituali e fraterni».
Il Convegno 2022 della rete CIS si è svolto dall’11 al 13 marzo in concomitanza con l’evento centrale dell’Anno Ignaziano: la memoria dei 400 anni della canonizzazione di Ignazio di Loyola e Francesco Saverio insieme a Isidoro l’Agricoltore, Teresa d’Avila e Filippo Neri. Hanno partecipato in modalità mista, presenza e online, 107 guide di Esercizi spirituali e operatori ignaziani, provenienti dall’Italia e Romania.
Il tema scelto, «Esercizi spirituali e santità. La via ignaziana verso Dio personale e comunitaria», è stato approfondito con l’aiuto dell’equipe CIS della Campania. Innanzitutto sottolineando la presenza continua dei Santi (la «corte celeste») nel cammino degli Esercizi ignaziani (cf. in particolare i nn. 58, 60, 67, 98, 151, 232).
Successivamente, attraverso le due offerte del «Regno» (n. 98) e della «Contemplazione per raggiungere amore» (n. 234), si è riflettuto su come alla presenza di tanti testimoni del passato e del presente gli Esercizi tendano a costruire e potenziare la libertà personale dell’esercitante attraverso il passaggio “dal fare al consegnarsi” e “dall’imitazione all’identificazione” nella tensione feconda tra l’offerta personale (magnanimità) e ciò che si attende da Dio (umiltà).
Tre momenti speciali hanno reso il convegno particolarmente significativo e unico: il dialogo con P. Arturo Sosa SJ, Padre Generale della Compagnia di Gesù sul ministero della guida di Esercizi nella Chiesa e nella società alla luce delle Preferenze Apostoliche Universali; la Messa con Papa Francesco nella Chiesa del Gesù; l’incontro con P. Roberto Del Riccio SJ, Provinciale della Provincia Euro-Mediterranea sulle prospettive della rete CIS in Italia, Albania, Malta e Romania.
Nella luce della Trasfigurazione il Cielo si è aperto: abbiamo visto nuovi orizzonti della spiritualità ignaziana e degli Esercizi spirituali nella Chiesa e nella società; siamo stati immersi nella dinamica di comunione, discernimento e missione della Compagnia universale e della Provincia EUM e abbiamo sentito il desiderio di rispondere alla chiamata di una santità vissuta insieme: «I Santi che ricordiamo oggi sono stati dei pilastri di comunione. Ci ricordano che in Cielo, nonostante le nostre diversità di caratteri e di vedute, siamo chiamati a stare insieme. E se saremo per sempre uniti lassù, perché non cominciare fin da ora quaggiù? Accogliamo la bellezza di essere stati presi insieme da Gesù, chiamati insieme da Gesù» (Papa Francesco, 12 marzo).
Lasciamo ora spazio alle impressioni dei partecipanti.
«Ho sentito unità e condivisione. Mi ha colpito molto questo passaggio: “prenderci cura gli uni degli altri”. È lo statuto del nostro esserci e servire».
«Guardare le nuove possibilità con atteggiamento “curioso”, positivo, facendo attenzione non tanto o non solo ai numeri delle persone raggiunte o raggiungibili, ma alla profondità delle esperienze, a come attraverso i nuovi strumenti riesco ad essere strumento di Dio, consentendoGli di raggiungere l’altro».
«Se dovessi esprimere con una sola frase la direzione verso cui convergono tutte le parole ascoltate direi: mi lascio trasformare? Dalla preghiera, che dovrebbe trasformare la realtà e gettare luce nuova su persone e situazioni, come Gesù che esce consolato dal Getsemani; dagli Esercizi, che dovrebbero favorire la trasformazione del cuore; dall’Amore che trasforma le relazioni come quella tra Ignazio e Francesco Saverio».
«Con la loro presenza (non scontata) il Padre Generale e il Padre Provinciale hanno testimoniato l’interesse della Compagnia verso la rete CIS e le guide di Esercizi impegnate sul territorio».
«Uno sguardo aperto in modo veramente universale su quanto la spiritualità ignaziana può dire al mondo di oggi… le grandi sfide attuali possono ricevere luce dal Vangelo e dagli Esercizi come scuola di discernimento e dall’Esame di coscienza come esperienza di continua rilettura e interiorizzazione per non essere sommersi dalla fluidità imperante».
«Particolarmente interessante la sottolineatura dell’essere e agire “insieme”, in autentico spirito ecclesiale, come autentica profezia per la nostra società sempre più frammentata e fratturata».
«Partecipare in presenza è stato importante: è cresciuto il sentirsi veramente e sempre più Famiglia ignaziana, nella bellezza del ritrovarsi, riconoscersi e in alcuni casi conoscersi meglio. In conclusione penso che la specificità dell’Anno Ignaziano sia stata adeguatamente celebrata».
«Particolarmente commovente è stata la percepibile sofferenza fisica e morale del Papa, alla quale faceva eco l’invito alla faticosa salita “sul monte”, per una preghiera che diventa lotta e trasformazione di sé e del mondo. Chiara anche nelle sue parole la visione tipicamente ignaziana colorata dalla centralità dell’Incarnazione».
«Sono ripartita da questa esperienza con la convinzione che gli Esercizi e il discernimento siano un immenso dono per tutta la Chiesa e che possono davvero aiutarci a capire come seguire il Signore in quanto popolo».
«Sono molto grata al Padre Generale per la disponibilità ad incontrarci, la familiarità con cui si è rivolto a noi, rendendoci partecipi del suo sguardo aperto sul mondo: un invito ad avere un respiro più ampio e a guardare oltre il nostro limitato confine».
«Mi sono sentita incoraggiata dalle parole del Provinciale che, pur chiamando le cose per nome, è riuscito a farmi sentire ancora di più parte di questa Famiglia, dove la cosa più importante, al di là di quanto riusciamo a fare, è il desiderio e l’impegno di ognuno nel sentirci interconnessi e corresponsabili».
«Il tema di Esercizi e santità poteva apparire un po’ fuori contesto, vista l’attuale situazione di guerra. Invece, il discorso del Padre Generale, che è partito dalla santità per allargare lo sguardo al mondo intero, e poi lo stile delle proposte e le risonanze hanno pienamente interpretato il modo di procedere ignaziano: avere la testa nelle nuvole solo per guardare meglio le realtà della terra e cercare risposte concrete alle necessità del nostro mondo».
«Ricentrare alla luce delle Preferenze Apostoliche Universali il posto che occupano gli Esercizi e il discernimento spirituale mi ha permesso di avere ancora più chiaro il mio posto di guida di Esercizi e di consacrata dentro questa “sinfonia” a più voci. Mi sono sentita confermata e rivitalizzata nel continuare non solo questo servizio alla Chiesa e nella Chiesa, ma anche nel desiderio di approfondire sempre più la mia esperienza spirituale».
«L’esperienza spirituale di Dio è fonte ineludibile di tutto e ci spinge ad essere “persone politiche” nella società secolarizzata (vista come un’opportunità) e ad agire in modo sinodale con altri che, come noi, hanno scelto in modo personale di essere cristiani. Per questo gli Esercizi sono un potente mezzo per costruire e servire una Chiesa sinodale».
«L’incontro con il Provinciale ha avuto per me un forte impatto di apertura alla speranza e alla progettualità non solo per quello che ha detto, ma ancor di più per la sua schiettezza e la difficoltà delle sfide a cui è confrontato. Ho percepito in lui grande determinazione verso l’innovazione e la necessaria ridefinizione del modo di collaborare con i “non gesuiti”. Questa impostazione, apertamente contraria al clericalismo, è stata una vera boccata di ossigeno! Speriamo che lo Spirito lo conduca e lo confermi in questa impervia impresa!».
«Il richiamo alla “corte celeste”. Non so spiegare cosa ha mosso in me, ma ho vissuto un senso di comunione con queste persone molto incoraggiante».
«La prima gioia è stata sentirmi parte di questa vita ecclesiale che da Ignazio si apre a tutti gli stati di vita, ai diversi carismi e alla comunione con i Santi. Fare memoria di come il mio primo incontro con Ignazio, attraverso gli Esercizi, mi ha portato fin da subito a una comunione più vera, profonda e rinnovante con il Signore e con i Santi, in particolare con la mia fondatrice. La seconda gioia è stata sentire confermata la chiamata ad accompagnare, attraverso gli Esercizi, quel processo spirituale che rinnova e trasforma la vita, dove il Signore fa nascere una creatura nuova in ogni persona che lo ascolta e fa la sua volontà».
«Un convegno diverso, ma dai contenuti comunque importanti per riconsegnarci a quella missione di indicare la via che porta a Dio».